Ti amo ma ti odio
Avete presente quella sensazione di estremo malessere che vi pervade quando il vostro lui/lei vi comunica che siete invitate (o meglio siete costrette) la domenica successiva a partecipare al pranzo annuale della DI LUI/LEI famiglia?
E' più o meno quello che è successo a me domenica scorsa.
LA CENA DEI PARENTI... e parte la musica de "lo squalo"
Tutti devono provare questa sensazione almeno una volta nella vita per capire a fondo il significato delle parole ANGOSCIA E TERRORE.
Altro che Hostel, nightmare e scream, bazzecole a confronto!
Qua si parla di armate di parenti che approffittano di queste rare occasioni per sfogarsi della propria moglie, figli, mariti, vicini, il tutto gridandolo al mondo a squarciagola.
Adesso... si sa...in gruppo si tende sempre ad alzare il proprio tono per ovvi motivi di acustica, ma i pranzi parentali hanno fatto di questa caratteristca il loro punto forza.
Si arriva sempre puntuali per sedersi tutti a tavola e iniziare a mangiare all'istante. La confusione, mentre si passano i piatti è degna di una folla di ultrà. Nessuno sa dove si deve sedere ma tutti hanno già deciso dove deve sedersi l'altro. "IO MI METTO QUIII!!! TU DI QUAAA!!! AVANTI CHE C'è POSTOOO!!! SOTTO CON LA SEDIAA!!!"
Una volta serviti ... IL DELIRIO
Inizia uno, fa una battuta, l'altro risponde, la figlia corre in soccorso e all'improvviso ti accorgi che TUTTI STANNO PARLANDO CONTEMPORANEAMENTE. Tu, unico escluso, ti aggrappi al tavolo con forza per resisere alle terribili grida sovraumane che vengono prodotte in quella cucina. onde d'urto di 10imo livello che ti sbalzano con forza contro la sedia rischiando di capovolgerti, Il cervello inizia a pulsare pericolosamente, senti degli aghi entrarti nella testa.
Poi... all'improvviso, tutto finisce.
Silenzio.
Una risatina soffusa qua e là.
Rumore di bicchieri.
La forchetta che sbatte su un piatto.
E tu meravigliato e inebetito ti consoli e dici "wow! Ho scampato il pericolo! sono stata battezzata e adesso sarà tutto in discesa".
E qui si commette l'errore più grande.
Mai abbassare la guardia.
Mai!
Perchè la seconda improvvisa ondata di rumore sarà ancora più tempestiva e terribile della precedente.
Perchè ormai, i commensali, sono decisamente a loro agio. Hanno rotto quel minimo di imbarazzo iniziale e NON HANNO PIù FRENI.
E COSì SI RIPARTE.
Ti aggrappi alla forchetta come se fosse la corda che ti tiene appeso al ciglio del burrone, cerchi di seguire il filo del discorso, ma rinunci immediatamente all'impresa e lasci che quel rumore entri di prepotenza, per l'ennesima volta, nel tuo cervello. Mentalmente clicchi quell'enorme bottone rosso con la scritta "autodistruzione" e speri così che la tua materia grigia vada in autocombustione il più velocemente possibile.
Alla fine, stremata, guardi il tuo LUI/LEI. Lo/a scopri divertito alla vista del tuo malessere. Ma poi ti guarda dritto negli occhi e vede che l'agonia è reale e così come un principe azzurro, con una cascata di riccioli biondi che gli cadono sulle spalle in groppa al suo cavallo bianco, corre in tuo soccorso e ti porta fuori a fumare.
Lontano dal rumore.
Accetta con ironia le bestemmie inferte
e aspetta pazientemente che la tua crisi isterica passi.
Così termina, dopo 3 ore, la tua avventura più terribile.
Meno male che accade una volta ogni 365 giorni.
mercoledì 30 maggio 2007
Ti amo, ma ti odio.
Pubblicato da Paola alle 15:58
Etichette: Argh, Dal vecchio blog
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5 commenti:
beh... ritieniti più che fortunata. Almeno ti capita una volta l'anno... A me il terrore viene quasi ogni settimana :-D
Alla faccia! No, non penso che resisterei a tanto! Suppongo che a quel punto mi dedicherei alla zitellaggine!
ci stavo appunto pensando... quando tutto ad un tratto mi sono ritrovata sposata.
Thanks for writing this.
Si, probabilmente lo e
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