Stamattina arrivo in ufficio super in ritardo. Entro e la mia capa mi saluta con un sorriso smagliante:
"indovina? mentre tu non c'eri abbiamo deciso che oggi andiamo a mangiare al giapponese!"
Gulp!
E così il supplizio della cucina giapponese ricomincia.
Il ristorante è stupendo, ovviamente tutto in stile giapponese, molto zen, dai colori rossi, neri e bianchi.
Le sedie sono giapponesi, quindi non ci sono e te ne stai sbragato sul pavimento.
Anche le luci sono giapponesi, (anche se dia mi suggerirebbe delle origini svedesi), non illuminano il tavolo, ma il soffitto. Molto utili.
Il menù è ovviamente scritto in giapponese. E non ci sono le istruzioni per l'uso.
I camerieri sono tutti coreani.
Chissà perchè.
Cominciamo ad ordinare.
Che diamine sarà questo? Ma non starò mica chiedendo un topo arrosto, vero?
Ah, ok, scopro che sono alghe. Alghe in brodo, alghe in salmì, alghe e riso zuccherato, alghe e pesce, alghe e gamberetto, alghe e mango... credo che ordinerò delle alghe.
Arrivano con un vassoietto di alghe e qualcos'altro più una lunga serie di salsine, intrugli e pozioni magiche.
Mi chiedo a cosa caspita serviranno.
Lo scopro dopo il primo boccone.
Quello che ho nel piatto è completamente insapore. Qualsiasi cosa io assaggi è un pò come morsicare l'aria.
Le salsine servono per dargli un minimo di gusto.
Ora capisco un sacco di cose della cultura giapponese. L'uso delle bacchette, tutta la coreografia dei piatti e del locale, l'essere seduto per terra senza schienale, le luci basse, è stato macchinato per distrarre l'attenzione dal fatto che non sa di nulla. Tu sei lì che fai giochi di prestigio con le bacchette, ti senti un pò Uma Thurman alle prese con il riso di Pai Mei, un pò karate kid alle prese con la mosca, e nel delirio non ti rendi conto che hai ordinato aria con un pò di salsa. E la cosa peggiore è che tutto quel fiorire di alghe pesa sullo stomaco come un macigno.
E adesso comprendo anche perchè a lavorare ci sono dei coreani. Nemmeno i giapponesi hanno il coraggio di mangiare la loro schifezza.
Ma io mi chiedo. Il piatto che ho ordinato lo pago 16 euro e non sa di una mazza.
A sto punto portami solo la tua maledetta salsina che risparmio.
giovedì 21 giugno 2007
Tenpura
Pubblicato da
Paola
alle
19:49
Etichette: Cibi, spezie, vita ordinaria
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7 commenti:
Parigi, ristorante giapponese.
Mai provato il sushi, siamo qui, cogliamo l'occasione.
Insieme arrivano altre cosette colorate dall'aria un po' plastica, made in IKEA.
Bene, al diavolo i pregiudizi, proviamole.
Il primo piattino di roba ok, non male.
il secondo? C'e' di meglio ma e' passabile...
il terzo? sembra salmone... a questo sono abituato!
gnam gnam. Solamente piu' tardi scoprii che erano salviettine per pulire le mani, prima del sushi.
... Ora ho il pancreas irritabile.
dicevamo prima che se ne poteva parlare? ho seri dubbi dopo aver letto questa tua esperienza con le salviettine al salmone.
oh mamma Boby!!! ma non li hai denunciati???
Zia io al giapponese mi avvicino solo se mi chiede di fargli una foto con il Vesuvio di sfondo. ;-)
Di norma anche io... ma se la capa invita... è impossibile rifiutare. é LIEVEMENTE insistente.
Ce tocca.
ok, anche il giapponese lo metto nelle cose di cui posso fare a meno, insieme al sushi che mi ha lasciato pessimi ricordi
in effetti i giapponesi mi sono sempre sembrati un po' insipidi... però non credevo al punto di fare le salviette più saporite del cibo
Ma sai qual'è stata la cosa peggiore? é che tu cresci coi cartoni giapponesi. Li vedi sempre alle prese col sushi, il riso, e a me han sempre fatto venire l'acquolina in bocca. Infatti la prima volta che l'ho provato ero super felice! IO COME SABRINA DI è QUASI MAGIA JOHNNY!!
E la delusione è stata colossale.
quei triangolini-polpetta di riso con la fascetta nera...
un sogno che terro' ben chiuso nel cassetto. A CHIAVE.
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