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I più fighi: In realtà questa più che una piccola categoria da bus è una categoria vera e propria a cui bisognerebbe destinare ben più di queste 4 righe, ma per ora mi limiterò a tracciare il loro profilo nell'ambiente autobus.
La loro età va dai 14 ai 20-qualcosa anni. Son vestiti all'ultima moda con le mutande e la linea del sedere ben visibile ad occhio nudo anche a 14 gradi sotto lo zero.
Uomini o donne non importa, sono simili a pavoni in calore con la ruota alzata.
Per le strade ostentano la loro "bellezza" e il loro essere sempre alla moda, ma è sul bus che dimostrano tutto il loro coraggio e la loro impavida anima, sfidando prove ben più complesse di quelle di Ercole.
Non si attaccano deliberatamente ai vari sostegni, ma se ne stanno in piedi nel centro del corridoio assumendo la posa tipica dei grandi maestri della tecnica Tagadà.
Si appoggiano con la schiena contro le porte, con l'aria da uomini/donne vissute, sprezzanti del pericolo di poterci rimanere incastrati e ad ogni apertura porte si gettano in avanti con assoluto tempismo e con un ghigno da "avete visto tutti come si fa?".
Inutile dire che gli altri della loro specie li guardano con occhi adoranti.
Il resto del pullman li sfotte.
Gli avvoltoi: Quelli che proprio-non-possono-stare-in-piedi. Non importa se non hanno nemmeno 40 anni. Appena qualcuno fa il semplice gesto di alzarsi si fiondano in una gara singola verso il posto liberatosi. Non fa niente se l'occupante non si è ancora alzato del tutto. Con un'agile mossa dell'anca gli si infilano proprio sotto il sedere e si appropriano del loro posticino.
Le adorabili vecchine: Sono quelle anziane signore che, se sei seduto, ti si piantano davanti e ti guardano con occhi imploranti.

Personalmente le ho sempre buttate tutte.
I turisti: Non fanno tempo a salire che stanno già prenotando la prossima fermata con il naso spalmato al finestrino. Salvo poi chiedere scusa all'autista per l'errore e ripetere la scena fino a che non riconoscono finalmente il loro hotel. Questo 33 fermate dopo la loro salita.
I tarantolati: Loro proprio non ce la fanno a stare fermi per mezzo secondo. Continuano ad agitarsi sul sedile in parte al tuo tirandoti spallate, pestandoti i piedi e colpendoti in viso coi loro giornali. E se tu provi a muoverti per sfilare il tuo Ipod dalla borsa, ti guardano con occhi fiammeggianti.
Da amputargli gambe e braccia.
I musicisti: Questa categoria spesso coincide con quella degli svaccati, poichè se ne stanno sdraitai sui sedili con le cuffie nell'orecchie. Il problema di questa categoria è che oltre a sovrastare la tua musica con la loro, si divertono a tenere il ritmo tamburellando con forza gli indici sul sedile di fronte. Oppure sbattono con violenza la loro bottiglietta d'acqua sulle ginocchia o peggio si mettono daventi al palo e fingono di suonarlo a mò di chitarra.
I calcoli renali: Sono i più fastidiosi e invadenti. Quando l'autobus è libero loro comunque decidono di sedersi proprio in parte a te. Una volta seduti gettano qualche frase fatta "non esistono più le mezze stagioni", "ah i ragazzi di oggi come sono rumorosi", "non c'è due senza tre" e via dicendo. Se tu commetti l'errore di rispondergli ecco che loro iniziano a raccontarti la loro vita dal principio senza che tu glielo abbia chiesto. Esiste anche una loro sottocategoria: i Mi-ti-infilo. Questa razza però attua questa tecnica al solo scopo di provarci spudoratamente. Non si rendono conto di essere odiati da tutta la popolazione femminile.
I Nerd: sono gli emulatori dei più fighi con la variante che di figo non hanno assolutamente nulla. Non vestono alla moda, ma hanno il maglione infilato nei loro pantaloni a vita alta e il cappelino con visiera in testa. Hanno un'aria assolutamente insignificante e sono spesso da soli, o accompagnati dal loro fidato amico, di solito ancor più insignificante di loro. Poichè nella loro vita quodidiana sono esseri poco o niente considerati, quando salgono sul pullman, lontano dalle persone che li conscono, fingono di essere quei gran fighi che non sono. Assumono pose plastiche, ma i gesti sono impacciati e spesso e volentieri il piede manca il giusto appoggio. Per far vedere che hanno una intensa vita sociale si attaccano immediatamente al cellulare pronunciando battute degne di Boldi (ovvero vecchissime che non fanno più ridere nessuno). Capita a volte che, mentre sono al telefono, gli squilli il secondo cellulare. Quindi lo sfilano dal giubbotto e sempre tenendo il primo incollato all'orecchio destro, rispondono all'altra chiamata con l'orecchio sinistro.
Ho sempre avuto il presentimento che si autochiamassero.
Gli aristocratici: solitamente donne sopra i 50 avvolte in cappotti di pelliccia di animale morto e con grosso cappello piantato sul cranio.
Perennemente in apnea, si guardano attorno schifate e, se per caso qualcuno le urta, lanciano occhiate malefiche e cariche di tutto l'odio e ribrezzo possibile. Se devono attaccarsi al palo lo fanno usando solo la prima falange dell'indice e pollice. Quando poi devono scendere alla loro fermata ci impiegano solitamente 3 ore, la loro classe non consente di camminare e scendere le scale ad una velocità umana. Una volta scese si puliscono e ricominciano a respirare.
Resta solo un'ultima categoria.
I veterani: (e qui ci rientro un pò anche io) Sono nati sul pullman, hanno imparato a prenotare la loro fermata prima che a parlare. Il loro fisico si è talmente abituato a questo mezzo di trasporto che hanno sviluppato degli arpioni al posto della dita dei piedi e possono camminare in perfetto equilibrio anche quando l'autista fa derapate degne di shumi. Conoscono tutte le curve della strada a menadito, e sanno in anticipo su quale gamba devono spostare il peso. Se si addormentano, state pur certi che a 20 metri dalla loro fermata i loro occhi si apriranno di scatto e scenderanno puntuali. Sono venerati dal resto della popolazione come degli Obi-Wan. Li si può riconoscere con facilità. Quando il bus è stracolmo si piazzano davanti all'unica persona seduta che si alzerà alla fermata successiva cedendo loro il posto a sedere.
Ci sarebbe poi un'altra lista da stilare: le categorie dei "pullministi" ovvero dei poveri martiri che guidano il bus... ma, come diceva Michael Ende, questa è un'altra storia.
10 commenti:
Non ho parole. Per tre semplici motivi.
Il primo: nonostante il sottoscritto non frequenti più gli autobus dai tempi della scuola, posso testimoniare che le specie da te descritte, esistevano già, seppur con qualche modifica sul look, da tempi immemori.
Il secondo: pensavo di essere l' unico esemplare sul pianeta a definire i conducenti dei bus "pullministi" o, se meglio credi, "autobussieri".
Il terzo: trovare un post, per di più scritto da una donna, con un link su "Obi Wan".......
Complimenti. Davvero.
Che la Forza sia sempre con te...
O come diceva il grande Yogurt... "che lo sforzo sia con te"!
Comunque grazie dei complimenti... e c'è sempre una prima volta! ;)
STELLA SOLITARIA !!! :D
Grazie per l'ottima guida, avevo dimenticato tutti questi personaggi.
La imparerò tutta a memoria dato che probabilmente, a causa del prossimo trasferimento dell'ufficio dall'altra parte della città, tra le varie opzioni ci sarà anche il bus.
P.S.: varrà anche per il treno ? :)
per quel che ricordo dai miei anni da pendolare.. sì.
Con la variante che, a causa dei molteplici ritardi, queste razze tendono ad essere ancora più incazzate.
Magari esistesse la Velocità smodata!
Che dire...Piero Angela e figlio ti fanno un baffo!
Ottimo documentario!!!
Ecco spiegato a cosa sono serviti tutti questi anni passati a seguire Quark e Ulisse =P
Grandissima!!!! Hai descritto ogni categoria con una veridicità incredibile!
Grazie Cristina!
18 anni di trasferte in bus..hanno lasciato il segno!
Cmq sai, riguardo la categoria delle "adorabili vecchine" a me non è mai capitato che abbiano tirato fuori dalla borsa caramelle & simili ... e soprattutto non ti fanno capire che vogliono il posto ... LO PRETENDONO!!!! Quando ti vedono lì seduta si precipitano verso di te, e con uno sguardo inequivocabile ti fanno capire che devi alzarti!!!!! Sarà che ultimamente ho pregiudizi sugli anziani ... !!!
Hai ragionissima! Anche a me sono capitate queste vecchie megere... ma il più delle volte le lascio in piedi. CheVuoiTuDaMe?
Però spesso incontro le nonnine con le caramelle ... e a quelle proprio non so dire di no!
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