Così si dice, no?
Anche se io preferisco "ciò che non uccide, rende folle".
Mi chiedo quante persone sane di mente ci siano al mondo grazie ad esperienze traumatiche meglio conosciute come "fase della crescita".
Tutto inizia dal ciuccio.
Piangi? Ecco il ciuccio
Non mangi? Ecco il ciuccio
Hai fatto un brutto sogno? Ecco il ciuccio
Hai il culetto arrossato? Ecco il ciuccio
Mia madre sta guardando Beautiful? Ecco il ciuccio
Poi, all'improvviso, me lo strappano dalla bocca dicendomi che non si fa e che divento brutta.
...
Ma come? Ma che genitori siete? Fino all'altro giorno me lo avete cacciato voi in bocca e ora, non solo me lo levate, ma mi dite pure che con quello sono un cofano?
E allora tutti quei complimenti che ho ricevuto col ciuccio in bocca cosa erano? Una palla colossale?
Qua si inizia a minare la mia sicurezza.
Prima è bene poi è male.
Prima bella, poi cessa.
E scopro che, tutti quelli che mi circondano, sono dei bugiardi.
Ma poi arriva l'asilo.
Il mio pullulava di suorine malefiche.
Basse, incazzate col mondo, troppo cesse per fare un mestiere diverso.
Ed erano crudeli.
Passavano la giornata a minacciarci.
State buoni! Altrimenti vi faccio una puntura.
Andate a letto! Altrimenti vi faccio una puntura.
Non correte! Altrimenti vi faccio una puntura.
Fate silenzio! Altrimenti vi faccio una puntura.
Cresci, vai a farti gli esami del sangue, e ti chiedi ancora perchè ne sei così terrorizzato?
Figuratevi poi cosa deve esser stato per quel mio compagno cui la suora faceva tutti i giorni una bella e dolorosa (a sentir gli strilli) puntura.
Noi ci chiedevamo cosa mai facesse di tanto abominevole per meritarsi questa punizione. Alla fine avevamo preso ad evitarlo. Lo consideravamo Jack lo Squartatore col pannolino, un piccolo ergastolano senza morale.
Dopo anni ho capito che quel poverino era semplicemente malato.
Arrivo alle medie.
Tutte hanno grosse tette, tranne me.
Tutte hanno il ragazzo, tranne me.
Tutte hanno storie eccitanti da raccontare, tranne me.
Mamma e Papà mi consolano dicendomi che è ancora presto per i ragazzi e che le mie compagne son tutte delle baby mignotte.
...
Inizio a guardarle con sospetto.
Arrivo al liceo.
Arrivano le tette... poche a dire il vero.
Arrivano i primi ragazzi.
Finalmente, mi dico, è arrivato il mio momento!
MA NO!
Mio padre mi mette in guardia.
"Paolè, gli uomini vogliono solo una cosa, e tu non gliela puoi dare. Di te in realtà a loro non frega niente."
Grazie.
Non so cosa vogliano questi, ma inizio a guardare con sospetto anche loro.
Finalmente arrivano le prime uscite, i ragazzi mi cercano, io mi sento desiderata.
Io, bè, diciamo che stavo molto sulla difensiva, visti gli insegnamenti.
Ma proprio quando avevo deciso che avrei potuto concedere un casto bacio sulla guancia, spunta nuovamente mio padre.
"Paolè, stà attenta che quelli fingono di trovarti simpatica, di trovarti bella, di essere amici tuoi. Quelli voglio sempre la stessa cosa di prima e dopo che l'hanno avuta ti mollano".
E qui traggo le mie conclusioni. Mio padre mi ha appena detto che non sono simpatica, bella, non ho uno straccio di amico, ma soprattutto che lui sa troppo bene come gira il mondo per non essere stato uno di loro.
Se solo riuscissi a scoprire che cazzo ho di così prezioso...
E arriva il momento del consiglio supremo.
"Paolè, se quelli si avvicinano, tu strizzagli forte le palle e non lasciargliele finchè non ti hanno fischiato tutta la canzone di Love Boat".
Merda! Ma sti uomini che vogliono di così importante da me?
Non siamo nemmeno ricchi!
E come faccio a capire se me la stanno fregando?
Quand'è che devo iniziar a strizzar palle?
...
Arriva il primo ragazzo, non è facile a quel punto concedergli la mia fiducia.
Ancora non so bene quando dovrò mettere in pratica il cosiglio di mio padre.
Grazie al cielo subentra un buon senso innato che mi impedisce di farlo e comincio da sola a capire come gira il mondo.
E mentre cresco, cerco di lasciarmi alle spalle questi preziosi insegnamenti, che per tanti anni hanno minato la mia stabilità mentale. Ma non sono certa di essermene liberata del tutto.
Anche se io preferisco "ciò che non uccide, rende folle".
Mi chiedo quante persone sane di mente ci siano al mondo grazie ad esperienze traumatiche meglio conosciute come "fase della crescita".
Tutto inizia dal ciuccio.
Piangi? Ecco il ciuccio
Non mangi? Ecco il ciuccio
Hai fatto un brutto sogno? Ecco il ciuccio
Hai il culetto arrossato? Ecco il ciuccio
Mia madre sta guardando Beautiful? Ecco il ciuccio
Poi, all'improvviso, me lo strappano dalla bocca dicendomi che non si fa e che divento brutta.
...
Ma come? Ma che genitori siete? Fino all'altro giorno me lo avete cacciato voi in bocca e ora, non solo me lo levate, ma mi dite pure che con quello sono un cofano?
E allora tutti quei complimenti che ho ricevuto col ciuccio in bocca cosa erano? Una palla colossale?
Qua si inizia a minare la mia sicurezza.
Prima è bene poi è male.
Prima bella, poi cessa.
E scopro che, tutti quelli che mi circondano, sono dei bugiardi.
Ma poi arriva l'asilo.
Il mio pullulava di suorine malefiche.
Basse, incazzate col mondo, troppo cesse per fare un mestiere diverso.
Ed erano crudeli.
Passavano la giornata a minacciarci.
State buoni! Altrimenti vi faccio una puntura.
Andate a letto! Altrimenti vi faccio una puntura.
Non correte! Altrimenti vi faccio una puntura.
Fate silenzio! Altrimenti vi faccio una puntura.
Cresci, vai a farti gli esami del sangue, e ti chiedi ancora perchè ne sei così terrorizzato?
Figuratevi poi cosa deve esser stato per quel mio compagno cui la suora faceva tutti i giorni una bella e dolorosa (a sentir gli strilli) puntura.
Noi ci chiedevamo cosa mai facesse di tanto abominevole per meritarsi questa punizione. Alla fine avevamo preso ad evitarlo. Lo consideravamo Jack lo Squartatore col pannolino, un piccolo ergastolano senza morale.
Dopo anni ho capito che quel poverino era semplicemente malato.
Arrivo alle medie.
Tutte hanno grosse tette, tranne me.
Tutte hanno il ragazzo, tranne me.
Tutte hanno storie eccitanti da raccontare, tranne me.
Mamma e Papà mi consolano dicendomi che è ancora presto per i ragazzi e che le mie compagne son tutte delle baby mignotte.
...
Inizio a guardarle con sospetto.
Arrivo al liceo.
Arrivano le tette... poche a dire il vero.
Arrivano i primi ragazzi.
Finalmente, mi dico, è arrivato il mio momento!
MA NO!
Mio padre mi mette in guardia.
"Paolè, gli uomini vogliono solo una cosa, e tu non gliela puoi dare. Di te in realtà a loro non frega niente."
Grazie.
Non so cosa vogliano questi, ma inizio a guardare con sospetto anche loro.
Finalmente arrivano le prime uscite, i ragazzi mi cercano, io mi sento desiderata.
Io, bè, diciamo che stavo molto sulla difensiva, visti gli insegnamenti.
Ma proprio quando avevo deciso che avrei potuto concedere un casto bacio sulla guancia, spunta nuovamente mio padre.
"Paolè, stà attenta che quelli fingono di trovarti simpatica, di trovarti bella, di essere amici tuoi. Quelli voglio sempre la stessa cosa di prima e dopo che l'hanno avuta ti mollano".
E qui traggo le mie conclusioni. Mio padre mi ha appena detto che non sono simpatica, bella, non ho uno straccio di amico, ma soprattutto che lui sa troppo bene come gira il mondo per non essere stato uno di loro.
Se solo riuscissi a scoprire che cazzo ho di così prezioso...
E arriva il momento del consiglio supremo.
"Paolè, se quelli si avvicinano, tu strizzagli forte le palle e non lasciargliele finchè non ti hanno fischiato tutta la canzone di Love Boat".
Merda! Ma sti uomini che vogliono di così importante da me?
Non siamo nemmeno ricchi!
E come faccio a capire se me la stanno fregando?
Quand'è che devo iniziar a strizzar palle?
...
Arriva il primo ragazzo, non è facile a quel punto concedergli la mia fiducia.
Ancora non so bene quando dovrò mettere in pratica il cosiglio di mio padre.
Grazie al cielo subentra un buon senso innato che mi impedisce di farlo e comincio da sola a capire come gira il mondo.
E mentre cresco, cerco di lasciarmi alle spalle questi preziosi insegnamenti, che per tanti anni hanno minato la mia stabilità mentale. Ma non sono certa di essermene liberata del tutto.
4 commenti:
pensa che se un giorno avrai dei figli la tiritera gliela sparerai pure tu porelli eheheheh :-D
Come ti ho già detto una volta, se un giorno dovessimo mai incontrarci, avverti che sei tu (vorrei evitare la strizzata...) :D
Penso che non sia saggio per me avere dolci pargoli... resterebbero traumatizzati a vita a causa delle mie mille fobie!
E caro warp, come già ti risposi quella volta... Col cavolo che avviso! Altrimenti dove sta il divertimento?
LOL concordo su tutto, soprattutto sulle suore cattive... non ci crederai, ma mi hanno traumatizzato da piccola!!!
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