martedì 11 dicembre 2007

Facce da bus #1

Tempi duri questi.
Il Natale è alle porte, i saldi son dietro l'angolo, il lavoro impazza e le varie campagne pubblicitarie sembrano non aver mai fine.
I ritmi di lavoro diventano devastanti e io sto soccombendo sotto il peso di questo freddo inverno.

Vivo le mie ultime settimane come una zombie, la mattina son talmente rincretinita che metto le cuffie del mio mp3 nelle orecchie e solo dopo 20 minuti mi accorgo di non averlo mai acceso.
Meno male che viaggio sull'autobus.
Casa/lavoro, lavoro/casa lo faccio per inerzia.

Ed è in questi momenti più devastanti che mi concentro sulla fauna che mi circonda.
Lascio che occhi e cervello vaghino spensierati fra i miei compagni di viaggio e la mia mente razionale non ha potuto non catalogarli con infinita cura.

Gli svaccati: è una piccola razza autonoma, che evita il resto della popolazione e usa il pullman come una succursale di casa propria. Borsa gettata a terra a due metri da loro, sdraiati sui sedili con i piedi ben piantati su quello di fronte. Da un momento all'altro mi aspetto che si sfilino scarpe e calzini e si accendano una sigaretta.

I pivelli. Principianti di età variabile, che provano per la prima o la seconda volta l'ebrezza di un viaggio collettivo e ancora non hanno chiara la funzione di quei grossi pali colorati posti tra un sedile e l'altro.
Ad ogni curva rischiano il deragliamento.
Li vedi sfrecciare da un capo all'altro del corridoio ad ogni frenata, con la manina tesa in cerca di un appiglio... che raramente trovano.

I creativi. Solitamente quarantenni vicini ad una crisi di mezza età, che si sentono sempre gggiovani e pimpanti, desiderosi di essere ancora al centro dell'attenzione.
Assumono le pose più strane, cercano gli appigli più difficili, si inerpicano sugli scalini e si sdraiano fra un sedile e l'altro per dimostrare di essere più agili di un 15enne qualunque.
Ma è quando piove che danno il meglio di sè. Perchè in quel caso loro NON usano più le mani per aggrapparsi, bensì si uncinano con l'ombrello al palo sopra di loro (come Indiana Jones farebbe con la sua frusta) peccato che questo non abbia la stessa solida presa e così spesso si ritrovano a far compagnia ai pivelli con i dentini incastrati nel parabrezza.

Gli abituè. (in questa categoria ci rientro di brutto anche io). Son quelle persone che guai se il loro posto preferito è occupato, piuttosto non si siedono, salgono sempre dallo stesso lato, suonano nello stesso identico punto di sempre. Riconoscono ogni volto e per ognuno di loro sanno quale sia la loro fermata. Spesso fanno amicizia con i loro compagni di viaggio, salvo, dopo poche settimane, iniziare ad odiarsi fra loro ferocemente. Dopo due mesi non si rivolgono nemmeno più il saluto.

To be continued....

5 commenti:

Dott. Davide Longo ha detto...

Aspetto impaziente la fine del tuo documentario... :-)

lei ha detto...

ti invito a farti un giro in un qualsiasi pullman napoletano. T'assicuro che allargheresti almeno di 20 categorie la tua classifica!!!

Paola ha detto...

giuro che non è finita qua!

Anonimo ha detto...

Quoto davide.

Mentre lo leggevo mi immaginavo le scene... meglio del National Geographic !!! :D

Anonimo ha detto...

uhm
bella quella sui creativi 40enni :)